
Vi è mai capitato di assistere in tivvù alle trasmissioni in diretta (ma anche in differita) delle dichiarazioni di voto dei nostri parlamentari?
Personalmente approvo queste trasmissioni perchè permettono ai cittadini "normali" di poter dare un'occhiata ed una ascoltata a quello che stanno facendo (pro domo nostra) e di capire, più o meno, come funziona l'ambaradan.
Però (c'è sempre un però) qualcosa stride un pò tristemente.
Faccio un esempio: viene inquadrato l'attuale relatore che esprime l'opinione del proprio gruppo su un determinato argomento pronunciando così il suo voto. Contrario o meno, non ha importanza in questo contesto.
L'inquadratura, che sullo sfondo fa intravedere la cornice di cuoio rosso e legno degli scranni parlamentari, focalizza in primo piano l'incravattato relatore (dal colore della cravatta se ne identifica facilmente l'appartenenza politica) che, in base al proprio carattere, all'argomento ed a vari altri fattori, esprime la propria opinione con parole, gesti, occhiate, faccette e toni che variano da persona a persona, ma che comunque danno un senso concreto di partecipazione del proprio pensiero; di serietà e presenza.
Come è giusto che faccia, parla, parla, parla e, mentre parla, come è giusto che faccia, la regia allarga o cambia l'inquadratura per rendere più viva la trasmissione (se no, sai che mortorio).
Qualche primo piano sul cuoio rosso, una bella e soffice zummata sugli affreschi del soffitto, una panoramica di tutta la camera e... con la voce del relatore sempre in sottofondo, che continua ed esprimere la sua opinione, a descrivere anche importanti punti e/o proporre cambiamenti, lui che parla, parla, parla... cosa vediamo?
Un parlamentare legge il giornale estratto da una risma infinita di quotidiani, un'altro sta telefonando con fervore (e magari con 2 telefonini). Due ridacchiano fra di loro (l'ultima barzelletta?). Una onorevole rimette a posto nella borsetta rossetti, fards, telefonini, caramelline, bigliettini ecc. L’oratore parla, parla, parla. Uno passeggia tranquillamente tra gli scranni e saluta a destra e a manca. Uno dei salutati sta scrivendo una mail sul portatile (almeno così si spera). Qualcuno riposa (dorme).
Sembra di vedere un paesino d’altri tempi, un presepe, dove tutti sono ovattamente indaffarati a fare qualcosa di artigianalmente personale, completamente estraniati dal luogo ove si trovano.
Cullati nella bambagia multimediale di colui che ... parla, parla, parla.
Di colpo l'inquadratura torna al relatore ed al suo gruppo di spalle e, cosa si vede? Che anche gli stessi suoi collegi di partito, proprio lì, dietro e accanto a lui, fanno più o meno le stesse cose dei loro colleghi del villaggio. Intanto lui parla, parla, parla.
Ripeto: personalmente approvo queste trasmissioni, ma bisognerebbe prima educare i nostri rappresentanti a … fare almeno finta di esserci. (in questo dovrebbero essere abbastanza esperti).
In alternativa si può proporre alle emittenti di trasmettere queste dichiarazioni di voto televisive … via radio.
Occhio non vede …
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