
In italiano, per nominare la valuta ufficiale dell'Unione Europea al plurale, dovremmo dire: EurI con la "i" e non: EurO con la "o".
Siamo l'unico paese in cui ogni volta che parliamo di soldi (di € nella fattispecie) esterniamo la nostra inspiegabile ignoranza, pur essendo un popolo di letterati e di antica cultura.
Ma perchè ci fanno dire: "2 euro"?
Mica diciamo "2 dollaro" no?!
"Sono andato a Parigi e ho speso 70 franco per la cena".
"In Germania un Grunding costa solo 345 marco".
"Quand'ero piccolo con 500 lira mi compravo un sacco di "ciungai ".
Noi che non contempliamo la "s" per il plurale, quando si andava in Spagna giustamente dicevamo: "Buona quella paella, un pò cara però a 200 pesetasssss ..."
Ma ora no. Ora con l'euro ci siamo fossilizzati sul singolare anche al plurale. La televisione, la radio e la stampa (che dovrebbero essere l'espressione della comunicazione più erudita, quella che ci aiuta a migliorare la lingua) inciampano regolarmente su quest'errore, piccolo ma madornale. (Senza contare tutti gli altri inciampi anche molto più gravi, naturalmente).
Certo, non è che da sti media (si dice proprio media dal latino, non "midia" dall'inglese, se no bisognerebbe dire colgheit invece di colgate) dicevo, sti media che ci spupazzano grandi fratelli, fattorie, isole dei famosi (famosi? mi pare più disperati ...) e importantissimi gossips (e cioè quaquaraquàs) non è che ci si possa aspettare la finezza Euro/Euri.
A questi signori della cultura mando i miei migliori saluto con l'auguri che i loro figlio possano in vece, migliorare il mondi in cui vivranno nel futuri.
Azz.
Siamo l'unico paese in cui ogni volta che parliamo di soldi (di € nella fattispecie) esterniamo la nostra inspiegabile ignoranza, pur essendo un popolo di letterati e di antica cultura.
Ma perchè ci fanno dire: "2 euro"?
Mica diciamo "2 dollaro" no?!
"Sono andato a Parigi e ho speso 70 franco per la cena".
"In Germania un Grunding costa solo 345 marco".
"Quand'ero piccolo con 500 lira mi compravo un sacco di "ciungai ".
Noi che non contempliamo la "s" per il plurale, quando si andava in Spagna giustamente dicevamo: "Buona quella paella, un pò cara però a 200 pesetasssss ..."
Ma ora no. Ora con l'euro ci siamo fossilizzati sul singolare anche al plurale. La televisione, la radio e la stampa (che dovrebbero essere l'espressione della comunicazione più erudita, quella che ci aiuta a migliorare la lingua) inciampano regolarmente su quest'errore, piccolo ma madornale. (Senza contare tutti gli altri inciampi anche molto più gravi, naturalmente).
Certo, non è che da sti media (si dice proprio media dal latino, non "midia" dall'inglese, se no bisognerebbe dire colgheit invece di colgate) dicevo, sti media che ci spupazzano grandi fratelli, fattorie, isole dei famosi (famosi? mi pare più disperati ...) e importantissimi gossips (e cioè quaquaraquàs) non è che ci si possa aspettare la finezza Euro/Euri.
A questi signori della cultura mando i miei migliori saluto con l'auguri che i loro figlio possano in vece, migliorare il mondi in cui vivranno nel futuri.
Azz.
Sono pienamente d'accordo.
RispondiEliminaSopratutto sono d'accordo con te nel NON capire quanto i mass mEdia, in primis quelli che trattano "autorevolmente" settori economico/finanziari, siano così superficiali rispetto alla lingua italiana, mentre cecano di dimostrare spesso, volentieri ed inutilemte, sforzandosi nell'utilizzare termini tecnici che il più delle volte sono espressi in lingua inglese, pensieri che il più delle volte risultano poco comprensibili dalla loro utenza; il lettore medio.
Credo di poter affermare che "il narcisismo di certi giornalisti, rende inutile il loro lavoro d'informazione". E' come se scrivessere bianco su bianco ... tanto lo stipendio ed i fringe benefits se li beccano lo stesso ...
Belfagor
Dici bene. Chissà perchè euro al plurale. Non ha proprio senso. Da oggi dico anch'io euri e so già che mi prenderò delle botte da ignorante ... he he he il mondo è proprio sottosopra.
RispondiEliminaVai continua così che il tuo blog mi piace un sacco.
Arturo
cacofonia
RispondiElimina[ca-co-fo-nì-a]
s.f. (pl. -nìe)
1 Effetto sgradevole causato dall'incontro di determinati suoni, in partica dalla ripetizione ravvicinata di vocali o consonanti uguali saluti rodolfo
Cacofonia, se c'è, c'è in tutti e due i casi.
RispondiEliminae-u-ro
e-u-ri
cambia solo la vocale finale e nessuna delle due è ripetuta.
Tant'è vero che si dice:
sa-u-ro
sa-u-ri
fie-ro
fie-ri ecc.
"Bisognerebbe arrivare a dire 'gli euri' - spiegava il linguista Massimo Luca Fanfani dell'Università di Firenze - perché bisognerebbe attenersi all'uso che della parola fa la gente comune"
Ciao
Enrico